sabato 22 marzo 2014

Perché il vino italiano non fa male?

Donna nuda seduta su divano osserva nuvola di fumo
che si alza da un posacenere. Krims, Leslie

Il 2014 conferma ormai il trend negativo, iniziato nel 2003, delle vendite di sigarette in Italia. In quest’ultimo anno le vendite legali sono crollate dell’8% rispetto all’anno precedente e riportando le vendite ai livelli del ’90. In quegli anni però le diminuzioni delle vendite legali erano compensate dai traffici di contrabbando. Oggi invece si tratta di minori consumi effettivi, visto che i livelli delle vendite illegali di sigarette sono molto diminuiti e l’Italia si profila come un paese di transito dalle rotte ormai note, come Grecia, Ucraina, Romania, Montenegro ed Est Europa in genere, verso i paesi del nord Europa. Se è vero che non è a rischio il settore tabacco in Italia, che resta uno dei maggiori produttori mondiali vista la compensazione dovuta all’enorme aumento dei fumatori nei paesi BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) è pur vero che un minor consumo di prodotti del monopolio (solo in parte compensati dalla moda delle sigarette rollate) porterà necessariamente al reperimento di tasse da altri comparti primo tra tutti il gioco d’azzardo. Positivo è comunque il fatto che gli italiani si stanno liberando dalla nicotina e dagli effetti estremamente dannosi dovuti alla sua combustione nelle sigarette tradizionali. Le sigarette elettroniche, importate dal 2001 dalla Cina, sono ormai utilizzate da mezzo milione di italiani secondo i dati forniti al convegno "Sigaretta elettronica: benefici e rischi per la salute e criteri di controllo" organizzato all'Istituto Superiore di Sanità (Iss) da Accredia (l'Ente italiano di accreditamento) col patrocinio del Ministero della Salute. La pericolosità delle sigarette elettroniche non è a tutt’oggi stata definita. L’Italia è in attesa di avere studi certi sulla tossicità e pericolosità e consente la commercializzazione delle sigarette elettroniche con alcune prescrizioni ispirate al principio di cautela come il divieto di vendita ai minori o quello di uso nelle scuole. Poi però l'Agenzia delle Entrate ha adottato una norma (ora sospesa dal Tar) dissuasiva, perché ha assoggettato anche le sigarette elettroniche al 58,5% di accise come le sigarette convenzionali, provocando la protesta del settore che minaccia 900 addetti in cassa integrazione e mette a rischio complessivamente 5mila posti di lavoro.
Un punto chiave è ovviamente la definizione del rischio reale delle sigarette elettroniche per la salute. "Il rischio è risibile rispetto alle sigarette convenzionali - dice Riccardo Polosa, clinico, medico e direttore della Lega Anti Tabacco (Liaf) che ha realizzato il primo studio sulle sigarette elettroniche. “Abbiamo esaminato il rischio relativo di tutti i prodotti del tabacco, sigarette, narghilè, cerotti antifumo e sigarette elettroniche: ebbene, se le sigarette normali hanno una rischiosità 100, le sigarette elettroniche sono a 5. Si può anche decidere di far scendere il rischio a 2, ma i costi per la realizzazione di tali sigarette con pericolosità così bassa sarebbero altissimi e farebbero aumentare il prezzo delle sigarette elettroniche stesse tanto da avere l'effetto di dissuaderne il consumo e di non far diminuire quello delle sigarette convenzionali. Sarebbe stato molto meglio non aumentare le accise e attendere un paio d'anni per avere studi scientifici più sicuri. Bisogna sempre tener presente che quel che conta è il rischio relativo, perchè in natura non esiste il rischio zero: la nicotina c'è anche nelle melanzane". Le difficoltà per i consumatori da queste incertezze normative e fiscali sono state sottolineate da Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori:"Il caso delle sigarette elettroniche - ha detto - è un esempio di scuola di ciò che non si dovrebbe fare, anche perchè l'incertezza scientifica, unita all'incertezza normativa lascia spazio ad interessi specifici come quello dello Stato che non vuole rinunciare agli introiti delle tasse sul tabacco". Occorre dunque intensificare la ricerca sulla pericolosità reale delle sigarette elettroniche, come ha annunciato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Oleari: "Abbiamo avviato uno studio per approfondire la reale pericolosità delle sigarette elettroniche". Si … ma io aggiungo, una volta che avranno stabilito che fanno male cosa faranno? Voglio dire le sigarette tradizionali creano altissima dipendenza e fanno malissimo, ma vengono vendute sul territorio nazionale e per giunta dallo stato stesso!  Non è forse vero che anche il vino fa male, non è vero che anche il cibo dei McDonald’s fa male? Quindi? … cosa vogliono dirci? Che mettendo un’etichetta con scritto “Fa morire” ci si lava la coscienza e pace fatta? Bisognerebbe inserire piani di istruzione per i ragazzi di tutte le scuole e non solo per mostrare i danni di tutte le dipendenze! Dal cibo, dal gioco, dalla tv, dalle droghe, dall’alcol, da qualsiasi cosa invece di farci soldi! … ma forse questa è un’alternativa non molto interessante economicamente …

Ex fumatore 

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